La Domenica dell’espansione missionaria. Già la prima lettura ci presenta l’azione missionaria del diacono Filippo. Il vangelo ci anticipa la venuta dello Spirito Santo. Cristo ci ha promesso che non saremo orfani, ma sempre presenti nel suo cuore. La Chiesa è aperta alle periferie del mondo.
«RENDERE RAGIONE DELLA SPERANZA CHE È IN VOI»
AVVICINANDOSI a Pentecoste le letture introducono nell’attesa dello Spirito. Gesù prepara i discepoli al momento del ritorno al Padre: che ne è del loro cammino, rimangono essi orfani? Il dono dello Spirito attesta la presenza del Signore Gesù nella vita dei discepoli, realizzando l’unità tra Gesù e loro: «In quel giorno saprete che io sono nel Padre e voi in me e io in voi». Lo Spirito è dato come “difensore” e “consolatore” in una realtà di chiusura e di autosufficienza (“mondo”) che, perché tale, non può ricevere lo Spirito di verità. Un “mondo” che si annida anche nei discepoli, ponendo obiezioni alla fede. Lo Spirito fa conoscere la verità di Gesù, rende certi del suo amore, della ragionevolezza della sequela (Vangelo).
Pietro chiede ai cristiani di rendere ragione della speranza che li anima, «con dolcezza e rispetto» del cammino altrui e «con retta coscienza», disposti a soffrire operando il bene, piuttosto che facendo il male, come Cristo (II Lettura). Lo Spirito è dato a chi è ‘“immerso” «nel nome del Signore Gesù» dà forza all’annuncio di Cristo, che dona libertà dal male e guarigione del cuore (I Lettura)
FFr. Angelo Borghino, ofmCAP