La liturgia oggi ci offre la contemplazione della Tasfigurazione del Signore. Ci aiutino le parole del Beato Paolo VI: «La tua trasfigurazione, o Cristo, getta una luce abbagliante sulla nostra vita quotidiana e ci fa rivolgere la mente al destino immortale adombrato in questo evento».
LA VOCE DEL PADRE: «QUESTI È IL MIO FIGLIO, L’AMATO»
LA Chiesa orientale chiama la festa della Trasfigurazione la “Pasqua dell’estate”, perché in essa vediamo la gloria di Dio che si manifesta nel suo Figlio, quella stessa gloria che brillerà nella sua Risurrezione. Nella prima lettura, la visione di Daniele di “uno simile ad un figlio d’uomo” è vista come la profezia del Messia che lotterà e vincerà contro il male perché nelle sue mani ha ogni potere. Ecco perché nel Vangelo Gesù userà per sé l’appellativo “figlio dell’uomo” che sentiamo ricorrere spesso. La seconda lettera di Pietro contiene la testimonianza stessa del capo degli apostoli che attesta la visione avuta sul monte. Egli ha udito la voce di Dio che invitava gli apostoli ad ascoltare il Figlio.
È questo il comando che oggi viene per noi da Dio; la gloria divina che brilla sul volto di Cristo trasfigurato non serve per stupirci, ma per garantirci l’origine divina di Cristo: è Lui il Figlio amato e mandato dal Padre per salvare il mondo. L’ordine di ascoltarlo ratifica quanto Gesù ha detto nel Vangelo. Poi tutto torna come prima: questo ci dice che anche quando non possiamo vedere la gloria di Dio, possiamo sempre ascoltare la sua parola.
Elide Siviero