Donando lo Spirito di Dio, Gesù ci rende capaci di vivere come lui, di rinnovarci e di rinunciare a quel modo egoistico e prepotente di vivere proprio del mondo. Gesù può davvero rendere nuova la nostra vita.
GIOVANNI VEDENDO GESÙ DISSE: «ECCO L’AGNELLO DI DIO»
TERMINATO il tempo natalizio, in cui siamo stati nuovamente invitati dalla liturgia a contemplare e meditare in particolare il mistero dell’incarnazione del Verbo, questa domenica del Tempo Ordinario estende in un certo modo il mistero dell’Epifania, cioè della manifestazione di Gesù: egli è stato riconosciuto dai Magi, si è manifestato come il Figlio eletto nel Battesimo al fiume Giordano, Giovanni oggi lo riconosce ed annuncia come «l’Agnello di Dio, colui che toglie il peccato del mondo» (Vangelo). La missione di Gesù Cristo non è solo quella di porsi come il servo del Signore, di essere portavoce della Parola e della volontà di Dio per l’umanità, ma soprattutto quella di «portare la salvezza fino all’estremità della terra» (I Lettura).
È solo Cristo che può togliere dal cuore dell’uomo la radice di ogni male, cioè il peccato, perché se lo è addossato e lo ha portato su di sé fino ad inchiodarlo sulla croce. Al cristiano, rinato nella santità battesimale, spetta il compito, come Giovanni Battista, di testimoniare questa salvezza, perché ogni uomo possa trovare, nonostante tutto, un porto di speranza e di felicità autentica ed eterna.
Tiberio Cantaboni