Unità Pastorale Tezze – Stroppari – Belvedere

In preparazione alla preghiera per le vocazioni

La comunità di Stroppari ringrazia sentitamente per il bellissimo dono ricevuto.

Un tabernacolo ed ostensorio sono stati donati alla parrocchia di Stroppari, da usare prevalentemente nel santuario, per la vocazione alla famiglia, sacerdotali, religiose.

Con l’occasione riportiamo di seguito le due testimonianze, di Suor Marisa e di Anna che hanno partecipato al convegno nazionale vocazionale di Roma e che sono state lette venerdì scorso durante la messa per la famiglia.

TESTIMONIANZA CONVEGNO ROMA SULLE VOCAZIONI GENNAIO 2017

“ALZATI, VA E NON TEMERE” questa frase biblica del profeta Giona l’ho sentita in modo molto forte ancora prima del convegno quando è stato il momento di decidere…..
Don Piero e suor Marisa avevano chiesto a me ed Angela di partecipare, ma io mi sentivo inadeguata pensando anche che avrebbero partecipato per la maggior parte sacerdoti e religiose.
Queste parole però continuavano a risuonarmi dentro come una voce, un invito a lasciarmi condurre dalla Mano di Dio con fiducia e completo abbandono. Fu così che il giorno della partenza mi accompagnava una serenità indescrivibile e quei tre giorni furono un vero arricchimento.
Prima di tutto perché ci accompagnava suor Marisa e poi perché attraverso questa esperienza ho avuto una riconferma della scelta compiuta con Gianni della vocazione al matrimonio e alla famiglia.
“VOCAZIONI E SANTITA’: IO SONO UNA MISSIONE”
Questa è la seconda parte del titolo del convegno.
Già Paolo VI e poi S. Giovanni Paolo II parlavano di vocazione al matrimonio.
Papa Francesco in AMORIS LAETITIA scrive: “ il matrimonio è una vocazione in quanto è una risposta del vivere l’amore nel matrimonio come segno dell’Amore di Cristo per la Chiesa”
Gli sposi ricevono un grande dono che è il matrimonio, dono per la loro salvezza e santificazione.
Solo con lo sguardo rivolto a Gesù si capisce il matrimonio.
Solo in Lui capiamo fino in fondo le nozze. Gesù non è un di più, un optional ma una persona indispensabile per CRESCERE INSIEME NEL SUO AMORE.
Noi lo pensiamo lontano, al di fuori delle coordinate umane, ma esse sono leggibili solo alla luce del Signore.
Come coppia si pensa di essere da soli a scegliere ogni giorno, ma non è così.
Gesù vivo in mezzo a noi è il fondamento del sacramento delle nozze. Con noi e in noi Lui vive l’esperienza delle nozze per condurla a compimento.
Il matrimonio sacramento è una presenza perché rende presente l’Amore del Signore.
Da quando siamo entrati in Chiesa il giorno delle nozze, Gesù ci è venuto incontro, è stato lì con noi e da quel giorno rimane con noi.
Il matrimonio è UNA PRESENZA, è GESU’ VIVO che vuole continuare ad amare in noi e con noi.
Ancora Papa Francesco dice che è segno sacramentale dell’amore di Cristo per la Chiesa.
In forza del matrimonio gli sposi vengono investiti di una vera e propria missione, perché rendono visibile nelle cose ordinarie l’amore di Dio.
Gesù abita con gli sposi perché il suo verbo è sposare l’umanità, sposare la Chiesa.
“Padre, che siano uno, come io e te siamo una cosa sola, perché il mondo creda…”
Ma quanto teniamo conto della presenza stabile di Gesù con noi come coppia? Che tempo diamo a Gesù?
I giovani saranno conquistati dalla testimonianza di coppie di sposi, di sacerdoti e di religiose che vivonoil Vangelo: questo ha ribadito papa Francesco nell’udienza a cui abbiamo partecipato.
Ha sottolineato l’importanza della preghiera per le vocazioni e di tenere le porte sempre aperte per ascoltare i giovani.
Un apostolato dell’orecchio che va affiancato oggi ad un apostolato del camminare, per far camminare i giovani accompagnandoli.
Ha spiegato che bisogna inventare azioni pastorali che coinvolgano i giovani in qualcosa che faccia fare loro qualcosa, con uno sguardo capace di scorgere la positività negli eventi e un cuore stupito e grato di fronte ai doni che le persone portano in sé.

Anna

 

CONVEGNO  NAZIONALE  VOCAZIONI  …Roma –  gennaio 2017

Occasione di incontro e di formazione per tutta la Chiesa Italiana, che nella gratuità annuncia il Vangelo della Vocazione.

I destinatari e protagonisti di questa 3 giorni sono stati chiamati a sperimentare il tema slogan :” ALZATI, VA  e non TEMERE”.

  • ALZATI …parola del quotidiano, che ti mette in movimento. Chiamata alla risurrezione. Verbo decisivo per farsi cristiani.
  • VA …parola che racchiude il senso della missione, della chiamata, ad uscire, andare, osare il non ancora conosciuto, chiamata ad esplorare nuovi sentieri per aderire a Colui che chiama a configurare a Lui la tua vita quotidiana.
  • NON TEMERE …parola della fiducia e dell’abbandono. Noi tutti siamo interiormente impauriti, abitati dai dubbi e dalle incertezze su noi stessi e sulla realtà che ci circonda. Abbiamo sempre bisogno di essere curati e guariti dalla nostra inconsistenza, per questo l’invito che la parola di Dio ci fa a NON TEMERE è un incoraggiamento, un conforto, una mano tesa che ci sprona a riprendere il cammino della vita.

Il primo momento formativo del convegno ci ha chiamate a lasciarci provocare dalle esperienze di vita di figure autorevoli che hanno segnato la storia della salvezza.

Un gruppo parrocchiale di adulti guidati dal loro parroco, ci ha donato una rappresentazione teatrale “ lectio” sul libro di Giona. Gli attori hanno intronizzato una grande bibbia per dirci che è la Parola di Dio a costituirci vocazionalmente, ad invitarci ad andare, alzarci, a compiere il viaggio più difficile, quello interiore.

Giona nel suo limite …esce da sé, comprende che Dio lo chiama ad una missione non programmata da lui, lascia i suoi schemi e accoglie la proposta sorprendente di Dio.

Il libro di Giona invita anche noi a domandarci:” DOVE SIAMO”?

  • Soffriamo la sindrome di Giona, chiusi in noi stessi, nelle nostre sicurezze anche nell’annuncio del vangelo della vocazione? oppure
  • Seguiamo il segno di Giona e scopriamo che Dio non è mai nelle nostre mani, ma sempre al di là nell’orizzonte dell’alterità.

Don Josè Tolentino Mondonico …pastore, poeta e maestro di vita spirituale, docente di scienze bibliche all’università di Lisbona ha svolto la relazione centrale del convegno dal tema: ”CHIESA E VOCAZIONI: il tempo della PROFEZIA, della MISSIONE, della SPERANZA”.

Si sottolinea qui alcuni concetti chiave della relazione:

  • Il valore prezioso delle Parabole nel Vangelo, capaci di dire con le realtà ordinarie della vita lo straordinario presente nella realtà. La parabola fa da specchio alla vita.
  • L’uomo moderno divenutorecettore di informazioni, computerizzato, dipendentedalla tecnologia, ha smarrito la capacità di essere UN ESPLORATORE in cammino, per limitarsi ad essere UN GEOGRAFO sedentario.
  • Agganciati alla tecnologia spesso privi di senso critico ci si allontana dall’esperienza, dalla cultura dell’incontro come la sorgente vera della conoscenza.

 FRANCO MICHELI(esploratore di professione)nel suo libro “vocazione a perdersi” raccomanda di rinunciare alle carte geografiche, alle bussole, al GPS, per utilizzare la cultura del cammino, dell’osservazione, del contatto, dell’esperienza e afferma che la vita senza cammino si svuota di senso, di amore.

  • Nella grammatica degli esploratori sono le strade che vengono incontro agli esploratori, anche il vangelo ha questa grammatica.
  • Nel cammino l’esploratore accetta di avanzare senza certezze, sicurezze, cammina nell’ignoto anche per giornate intere, però alla fine si scopre sempre sulla buona strada.
  • Non si può parlare della bellezza del viaggio senza averne l’esperienza, senza essere in cammino, fermi seduti nelle conoscenze astratte come i geografi, dobbiamo essere in cammino come gli alpinisti esploratori, che toccano con mano, che fanno esperienza.
  • I momenti più bui nel cammino, sono i più interessanti, quando ci si rapporta con l’ignoto si scopre che esso si rivela.
  • Sono le strade che trovano gli esploratori e non viceversa.

Nell’oggi, tempo di crisi, di timore, di incertezza per il futuro nostro e dei nostri figli, serve il coraggio profetico,saper stare in questo tempo di prova che è tempo di grazia.

Il TEMPO della PROFEZIA

tre indicazioni preziose per vivere nell’ oggi:

  • Rischiare sempre la relazione.
  • Abbracciare lo sconosciuto
  • Lasciare che il diverso ci incontri e ci trasformi.

Il tempo della MISSIONE

Il Prologo di Gv inizia così :” In principio era la RELAZIONE ( Verbo).

La missione del Battezzato è quella di accettare il rischio della relazione, senza voler conoscere tutto in anticipo. Amare è abbracciare lo sconosciuto che incontro nella relazione.

Gesù non fornisce molte indicazioni sulla missione, si limita a poche indicazioni: ANDATE …RESTATE … senza borsa ne bisaccia.

I discepoli condividono un annuncio entrando in contatto diretto con la realtà dell’uomo …casa, tavola. ( la relazione e non l’elemosina con distacco)

Il cristianesimo è nato e si è diffuso, contrastando la paura dello sconosciuto, entrando in relazione.

Nella missione l’importanza i avere l’odore delle pecore, indica vicinanza.

La Bibbia si legge con il naso, c’è una teologia dell’odore.

L’odore è la metafora della vita.

  1. Paolo (2 Cor) … noi siamo il profumo di Cristo..

Il tempo della SPERANZA

Una casa  ha 4 pareti, visibili e 1 che ci sfugge, è il tetto, “ il punto di vista di Dio”.

La SPERANZA, è la possibilità presente di contemplare il mondo con gli occhi di Dio.

Le sculture di Michelangelo nascevano da un ascolto, erano opera di creazione, esercizio di speranza. E’ la speranza che fa vedere le ricchezze di possibilità che ci sono in noi.

Il tempo della speranza ci fa comprendere che il viaggiatore si scopre visto e chiamato.

Zaccheo … scendi subito … la chiamata è sorpresa. Il vero esploratore, il vero viaggiatore,è colui che in ogni posto nuovo si trova,inizia l’avventura della sua rinascita interiore, la geografia si fa vita. Spostarsi implica una maturazione del proprio sguardo.

L’esperienza del VIAGGIO è l’esperienza dell’aperto, la metafora essenziale per parlare di vocazione.

DOMANDE al relatore

  1. Dalla soglia alla porta: Cosarende tanto difficile attraversare la soglia.

 La soglia è una frontiera che ci svela l’intimità. Varcare la soglia è una metafora evangelica che ci dà Gesù per insegnarci che nella relazione non  dobbiamo fermarci a rapporti epidermici ma cercare una vicinanza che ci permetta di incontrare la vita delle persone.

  1. Come vincere la solitudine nell’attraversare la soglia:

Occorre la comunità, dimensione fondamentale nel maturare di una vocazione.Il chiamato non vive in un’isola, ma gli occorre un arcipelago, un continente, una comunità.

  1. Come superare la tentazione allo scoraggiamento per la mancanza di risultati?

 Nessuna comunità è autorizzata a scoraggiarsi …occorre avere fede nella debolezza e nella fragilità, questa vale per Dio, godere di avere bisogno degli altri

  1. La vocazione a perdere (di Franco Micheli ) … la paternità e maternità spirituale.

 Il genitore, il formatore, è colui che lascia spazio alla persona, perché crescendo impari a camminare, a stare nella vita …lasciarsi perdere e lasciarli perdere …non iper– protezione, perché il cammino di ciascuno è sempre autentico, sempre nuovo.

Il formatore ha come immagine di riferimento quella della levatrice … aiuta la vita ad uscire fuori …

  1. Valore della LAICITA’

La vita consacrata è chiamata a valorizzare l’incontro e l’ascolto delle altre vocazioni

per imparare ad osare di più, a non stare troppo tempo a fare le stesse cose, deve usare la fantasia della carità, la capacità di sorprendere il mondo con la testimonianza di vita.E’ chiamata ad essere una sorpresa per il mondo sia per le cose che fa sia per le cose che dice. L’ascolto dello Spirito rende singolari.

Suor Marisa